La vendetta del mostro

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Nel 1955 Clint Eastwood, all’età di 25 anni, debutta come attore sul grande schermo con quattro brevi apparizioni. La prima, pur piccolissima, parte fu quella di un tecnico di laboratorio (vedi foto) nel film La vendetta del mostro (Revenge of the creature) ovvero il sequel del celeberrimo Il Mostro della Laguna Nera che uscì l’anno precedente. Il regista era sempre Jack Arnold ed i protagonisti John Agar, Lori Nelson e Nestor Paiva. Le poche battute pronunciate da Eastwood (la cui presenza non fu citata nei titoli) vennero doppiate in italiano da Oreste Lionello. Naturalmente si tratta di un film in bianco e nero di genere “horror” anche se la visione ai giorni nostri lascia un gusto di divertissement molto retrò anzichè incutere paura. Molto standardizzata la vicenda che inizia con la cattura dell’uomo-pesce e la sua successiva riduzione a “fenomeno da baraccone” culminante poi nei classici colpi di scena. Da questo film sono scaturite le ispirazioni di Guillermo del Toro per il pluripremiato La Forma dell’acqua. Fra le citazioni più celebri, tra quelle tributate a La vendetta del mostro, menzioniamo quella di Ritorno al Futuro – parte III in cui Marty McFly viene catapultato nel 1955. Alla ricerca di uno spazio per lanciare la sua DeLorean a 88 miglia orarie, finisce in un drive-in sulle cui pareti troviamo i manifesti di La vendetta del mostro e Tarantola (altro film con una presenza quasi invisibile di Eastwood). Una curiosità: negli anni cinquanta, quasi solo negli Stati Uniti, si iniziò a sperimentare al cinema la visione in 3D e La vendetta del mostro fu uno dei film disponibili in quel nuovo formato tridimensionale. In tempi di cancel culture, citiamo una battuta pronunciata da un marinaio all’inizio del film:

la mia nave è come mia moglie. Non vale molto ma è l’unica che ho.

Probabilmente nel 1955, con una predominante cultura maschilista, queste parole non suscitavano scalpore ma oggi farebbero gridare allo scandalo. Siamo sicuri che in un film girato ai giorni d’oggi nessuno sceneggiatore penserebbe di metterle in bocca a qualche personaggio.

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